Dal CAD al BIM: CAD e BIM a confronto
Oggi stiamo vivendo quella che viene definita la Quarta Rivoluzione Industriale, quel periodo storico in cui si sta realizzando la vera e propria connessione tra i sistemi fisici e quelli digitali. Negli studi di progettazione ormai sono presenti entrambi i sistemi di disegno, dai software CAD a quelli definiti software authoring, in grado cioè di gestire al loro interno una molteplicità di discipline e di rappresentare gli elementi che le compongono mediante la rappresentazione orientata ad oggetti.
La progettazione si sta spingendo verso una modalità di lavoro integrata che vede lo scambio costante di informazioni tra gli attori che partecipano al progetto e quindi rende necessario l’impiego di nuovi strumenti che possano gestire in maniera organizzata e standardizzata lo “stoccaggio” e lo scambio di informazioni.
I professionisti però non sembrano voler abbandonare l’utilizzo di software BIM soprattutto quando si tratta di affrontare progetti di piccole-medie dimensioni.
Fig. 1 - Livelli di maturità del BIM secondo le PAS1192-2
Cerchiamo di capire meglio le differenze tra un software CAD e un “software BIM” per analizzare la situazione che vive il progettista moderno:
- modalità di rappresentazione: il CAD utilizza semplici simboli grafici che consentono sicuramente di ottenere disegni 2D e 3D ma il non utilizzo di una rappresentazione orientata ad oggetti rende più laboriosa la correzione degli elaborati in caso di errore. I software che si utilizzano in un processo BIM invece consentono, proprio grazie agli oggetti parametrici, di avere modelli intelligenti che si adattano automaticamente ad eventuali cambiamenti del disegno, riducendo notevolmente i tempi di elaborazione. Inoltre il tutto è basato su un modello 3D dal quale possono essere generata viste di pianta, sezione, prospetto in maniera automatica;
- contenuto informativo: se nei CAD vi sono solo rappresentazioni grafiche, nei software utilizzati per fare BIM ogni oggetto è un contenitore di informazioni (parametri/attributi) che servono per descriverne le proprietà in modo che qualsiasi professionista possa attingere i dati necessari dal modello in qualsiasi fase della sua vita utile riducendo cosi, ancora una volta i tempi.
Il mondo dell’edilizia oggi sente il bisogno di “standardizzare” i suoi processi e di evitare perdite di informazione che potrebbero, come hanno fatto in tutti questi anni, rallentare il processo produttivo con un conseguente aumento anche dei costi dello stesso.
In quest’ottica è chiaro che la metodologia BIM e i software che la sanno rendere una realtà sono la giusta strada da percorrere, eppure ancora sono moltissimi i professionisti che si affidano alla semplice progettazione con software CAD in particolare per le opere di piccole-medie dimensioni. La ragione che sta alle spalle di questo “attaccamento” è probabilmente da ricercarsi nelle difficoltà iniziali che si hanno quando si utilizza un software BIM: se si commette l’errore di pensare al BIM come la necessità di imparare solo l’uso di un nuovo software non si riesce a cogliere quelli che sono i veri vantaggi che la metodologia di lavoro collaborativa comporta anche per le nostre realtà progettuali fatte di studi che spesso si occupano di più discipline e quindi non collaborano con altri professionisti. In realtà anche per questi professionisti e quindi sui piccoli-medi progetti le opportunità legate all’uso del BIM sono molte, ad esempio la possibilità di eseguire simulazioni dettagliate in fase progettuale per portare gli edifici, siano essi nuove costruzioni oppure oggetto di una ristrutturazione, a dei livelli prestazionali molto elevati, obiettivo difficilmente perseguibile se si hanno a disposizione elaborati grafici privi di informazioni sugli oggetti.
Se la strada oggi sembra essere questa il CAD dove andrà a finire? Probabilmente questa tipologia di software non morirà ma verrà inglobata all’interno dei programmi BIM che ne avranno sempre bisogno per rappresentare annotazioni/elementi di dettaglio. Sicuramente però il BIM si affermerà, come già successo in altri Paesi, sia per i vantaggi che esso comporta, che per obblighi legislativi come quelli che stanno iniziando a palesarsi anche sul territorio Nazionale basti pensare al Decreto Baratono che nel 2017 ha sancito l’obbligatorietà dell’uso della metodologia BIM a partire da Gennaio 2019 per opere pubbliche con uno specifico importo, fino ad arrivare al 2025 dove l’obbligatorietà sarà estesa ad edifici pubblici con importi lavori decisamente inferiori.
Tabella 1 - Decreto Baratono
Allora meglio non aspettare! Cominciamo ad approcciarci a questa metodologia di lavoro per scoprirne tutti i vantaggi utilizzando software che permettano di fare BIM mediante plug-in o con la strada OpenBIM nei diversi ambiti professionali proprio come EC770, plug-in per Autodesk Revit o EC700 che importa file IFC riducendo così i tempi di lavoro del professionista BIM (per maggiori informazioni clicca qui).