Dal CAD al BIM: l’origine del CAD
Il termine CAD è un acronimo che significa Computer Aided Design ovvero “progettazione assistita dal computer”.
Questo modo di lavorare prende piede nel periodo della Terza Rivoluzione industriale ovvero tra gli anni ’70 e ’90 del 900, quando la forte spinta economica rese necessario abbandonare il disegno manuale con il tecnigrafo a favore di una tecnologia che aiutasse l’uomo a ridurre notevolmente i tempi di produzione degli elaborati.
Prima che si consolidasse l’utilizzo dei software CAD i disegni venivano realizzati manualmente con tutte le difficoltà e gli svantaggi connessi con questo modo di lavorare:
- necessità di avere ampi spazi per collocare i tavoli con tecnigrafi;
- tempi di realizzazione delle tavole elevati;
- difficoltà nell’eseguire eventuali correzioni su tavole già concluse.
I software CAD nascono proprio per far fronte a queste esigenze ovvero ridurre i tempi di elaborazione e rendere più agevole eseguire le correzioni. L’utilizzo del calcolatore era già ben noto a quei tempi per risolvere problemi computazionali ed era apprezzato proprio per la riduzione delle tempistiche rispetto all’esecuzione manuale delle stesse operazioni. La sfida era quindi quella di riuscire a far fronte alla medesima esigenza per il mondo del disegno senza perdere in precisione e affidabilità. A questo risultato si arrivò negli anni con lo sviluppo di programmi di disegno sempre più evoluti che nel tempo si sono arricchiti di funzionalità sempre più innovative e con la crescita dei Computer su cui questi software dovevano funzionare.
Tabella 1 - Evoluzione del software di disegno tra il 1957 e il 2012.
Come funziona un software CAD oggi e quali sono le sue caratteristiche?
I CAD di oggi sono programmi che ci consentono di creare elaborati 2D e 3D, in maniera semplice e quanto più possibile automatizzata, rendendo possibile anche la personalizzazione avanzata del prodotto con applicazioni aggiuntive adatte a diversi scopi.
Il CAD è un software in cui il progettista ha a disposizione una serie di palette di strumenti che gli servono per rappresentare le geometrie, creando disegni di pianta, sezione, prospetto, quindi elaborati 2D, oppure modelli 3D creati mediante estrusioni di figure piane, utilizzo di funzioni booleane e di UCS (User Coordinate System) adatti.
Figura 1 - Palette strumenti 2D AutoCAD
Figura 2 - Palette strumenti 3D AutoCAD
A queste funzionalità base per la realizzazione degli elaborati se ne sono aggiunte nel tempo moltissime altre volte a rendere sempre più efficiente il lavoro del disegnatore sia in termini di tempi che di precisione: tra queste funzioni ricordiamo ad esempio i blocchi, i blocchi dinamici o la possibilità di confrontare automaticamente due disegni.
Non meno importante poi è stato negli anni lo sviluppo di un’interfaccia sempre più intuitiva che permette di avere rapidamente a portata di mano tutti i comandi necessari consentendo allo stesso tempo un elevato livello di personalizzazione per essere adattabile alle esigenze di qualsiasi disegnatore.
Figura 3 - Finestra di dialogo: personalizzazione interfaccia
Grazie a questi software quindi si era resa possibile l’ottimizzazione della fase di rappresentazione dell’edificio, riducendo tempi e costi ad essa connessi e migliorando anche notevolmente lo scambio di informazioni tra le diverse figure professionali coinvolte.
Negli anni però la necessità di un flusso di informazioni sempre più dettagliato e preciso non ha fatto altro che crescere, fino a portarci, nell’epoca che stiamo vivendo ora, all’affermarsi di una nuova metodologia di lavoro: il BIM.
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