La nuova UNI 10200:2018
Un vecchio detto milanese, “chi ha giudizio lo usi”, ha indicato la strategia necessaria per l’approvazione della norma. Di fronte all’intransigenza di alcuni produttori, troppo legati alle problematiche commerciali e di profitto, alcuni importanti categorie hanno giudicato necessario rinunciare al rigore tecnico e scientifico pur di sostituire la vigente norma UNI 10200:2015, contenente errori inaccettabili al limite dell’inapplicabilità, con la nuova UNI 10200:2018.
La norma contiene ancora alcune criticità che ci proponiamo di chiarire in prossimi articoli. Quanto alle novità, nulla è cambiato rispetto a quanto riferito nelle pagine da 17 a 20 di Progetto 2000 n. 54 del giugno 2018. Per maggiori informazioni è tuttavia possibile seguire il videocorso Edilclima, aggiornato all’ultima edizione della norma.
La rilevanza della pubblicazione di questa norma sta nelle disposizioni dell’art. 9, comma 5, lettera d) del D.Lgs. 04.07.14 n. 102, come modificato dal D.Lgs. 18.07.16 n. 141, che recita:
“d) quando i condomini o gli edifici polifunzionali sono alimentati da teleriscaldamento o teleraffreddamento o da sistemi comuni di riscaldamento o raffreddamento, per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di calore per il riscaldamento, il raffreddamento delle unità immobiliari e delle aree comuni, nonché per l’uso di acqua calda per il fabbisogno domestico, se prodotta in modo centralizzato, l’importo complessivo è suddiviso tra gli utenti finali, in base alla norma tecnica UNI 10200 e successive modifiche e aggiornamenti. Ove tale norma non sia applicabile ... omissis ...”
Quanto sopra significa che tutti i progetti e le installazioni realizzate in conformità con le precedenti norme UNI, errate o inapplicabili, dovranno essere corretti per adeguarli alla norma UNI 10200:2018.
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Molto lavoro poteva essere evitato con l’immediata pubblicazione dell’”errata corrige” a suo tempo richiesta dai Consigli Nazionali degli Ingegneri e dei Periti Industriali.
Poiché una delle principali incertezze rimane la valorizzazione della potenza dei corpi scaldanti, è il caso di ricordare che, in mancanza di certificati di prova emessi da istituti autorizzati, l’unico metodo validato dalla Commissione ad hoc istituita dal CTI è il metodo dimensionale riportato nella UNI 10200:2018. La Commissione non ha, invece, potuto validare i cataloghi dei produttori per mancanza di elementi.
In questo clima di incertezza riteniamo importante controllare la contabilizzazione indiretta, a fine stagione, applicando l’APPENDICE F della norma UNI 10200:2018 per verificare se i progetti e i lavori eseguiti possano essere ritenuti accettabili o richiedano, invece, un aggiornamento alla nuova norma.
Nel caso emergano malfunzionamenti o situazioni inammissibili, si consiglia di rileggere l’articolo “Il metodo dimensionale per determinare la potenza termica dei corpi scaldanti” pubblicato sul n. 52 di Progetto 2000, che può aiutare anche ad individuare eventuali responsabilità.