L'uso corretto degli impianti riqualificati
Alcune semplici regole consentono di migliorare il benessere abitativo assicurando nello stesso tempo il massimo risparmio energetico
1. Un intervento “tipo”
L’esperienza dei termotecnici e la qualità dei programmi di calcolo ha consentito di individuare interventi di riqualificazione energetica molto convenienti, adottabili praticamente in tutti gli edifici esistenti, se pure con qualche variante per tenere conto di particolarità specifiche. Questo “intervento tipo” si realizza mediante:
- installazione di termoregolazione per singolo ambiente e contabilizzazione individuale del calore, necessario per predisporre l’edificio per altri interventi di risparmio energetico;
- isolamento termico del sottotetto o di altre parti di facile attuazione;
- sostituzione del generatore di calore con uno a condensazione, al fine di ridurre al minimo il costo di produzione del calore.
I calcoli di diagnosi e la simulazione degli interventi consentono di definire con notevole precisione il risparmio ottenibile e l’opportunità di completare l’intervento con opere accessorie suggerite dalla specificità dell’edificio (per esempio ristrutturazione o sostituzione dell’impianto di produzione di ACS, ecc.).
Nella sua semplicità questo intervento è in grado di ridurre i consumi all’incirca alla metà (dipende dallo stato dell’impianto prima dell’intervento) e di aumentare il benessere abitativo, se non altro perché conferisce all’utente la completa autonomia della gestione della temperatura ambiente.
Questi risultati sono subordinati però al rispetto di alcune semplici regole, che non costano, ma che devono solo essere capite.
2. Il progetto (vedi anche Progetto 2000 n. 18 - pag. 10)
La norma UNI 10200 precisa che, ai sensi della legge 10/91, deve essere predisposto un progetto da parte di un tecnico abilitato e ne precisa i contenuti. In particolare, questo progetto deve contenere la curva di regolazione della temperatura di mandata ai radiatori.
Fig. n. 1: Grafico della temperatura di mandata in funzione della temperatura esterna
Questa curva deve essere superiore di 10/15 °C rispetto a quella impostata prima di installare l’impianto di termoregolazione e contabilizzazione, in modo da consentire alle valvole termostatiche di correggere gli sbilanciamenti eventualmente esistenti, ma non troppo elevata da spostare il punto di temperatura media del corpo scaldante rispetto al punto di installazione del ripartitore, che è condizione essenziale per una contabilizzazione equa, proporzionale ai consumi di riscaldamento.
Un’altra condizione essenziale è la sostituzione delle pompe di circolazione con pompe a giri variabili e con portata notevolmente ridotta (alla metà o a un quarto) rispetto al funzionamento precedente. Questa condizione assicurerà un funzionamento silenzioso delle valvole, esente da fischi o altri rumori fastidiosi.
La norma UNI 10200 prevede anche che il gestore del sistema fornisca agli utenti le istruzioni per un corretto uso dell’impianto.
3. Regime di funzionamento dell’impianto(vedi anche Progetto 2000 n. 18 - pag. 23 e 24).
Le valvole termostatiche sono regolatori della temperatura ambiente che funzionano tanto meglio quanto più continuo è il regime di funzionamento dell’impianto.
Il comma 4 dell’art. 7 del DPR 412/93 consente di evitare l’abbassamento notturno del generatore purché in ogni singola unità immobiliare sia installato un sistema di regolazione “dotato di programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura almeno su due livelli nell’arco delle 24 ore”.
Si ritiene che, ove il regolatore sia costituito da valvole termostatiche, i due livelli possano essere costituiti da un diverso punto di regolazione in funzione dell’uso a cui sono destinati i locali.
Le stanze da letto possono essere regolate in modo da ottenere, per esempio, una temperatura ambiente di 18°C (giorno e notte), mentre i locali di soggiorno possono essere regolati a 21 °C (anche questi giorno e notte).
Il funzionamento continuo dell’impianto con valvole termostatiche assicura la migliore regolazione della temperatura ambiente ed il miglior benessere per gli abitanti, che possono in tal modo usufruire di una temperatura notturna adeguata e, al risveglio, passare in soggiorno ed avere già la temperatura di benessere.Il funzionamento continuo è anche la condizione che assicura il miglior rendimento del generatore a condensazione grazie ai ritorni freddi in caldaia.
Occorre raccomandare ai condomini che, una volta trovate le posizioni delle valvole termostatiche che assicurino la temperatura gradita in ogni locale, è inopportuno variare questa posizione per ridurre la temperatura nei periodi di assenza per lavoro o, addirittura, per commissioni.
Ogni abbassamento della temperatura per un periodo inferiore alle 24 ore, non solo non produce risparmio, ma può addirittura aumentare il consumo, alzando la temperatura di ritorno, e ridurre il benessere per l’aumento dei moti convettivi nei periodi di ripresa.
Fig. n. 2: Durante il periodo di arresto o riduzione della produzione del calore la superficie dei muri interni cede calore ai locali, calore che si riprende alla ripresa della produzione (la linea verde mostra l’andamento della temperatura ambiente con funzionamento continuo)
Fig. n. 3: In caso di interruzione o rallentamento notturno l’apparente risparmio è vanificato nel corso della ripresa (la linea verde indica l’andamento della temperatura di mandata con funzionamento continuo)
E’ anche opportuno che il gestore del sistema fornisca ai condomini termometri digitali di buona precisione attraverso i quali essi possano controllare il valore della temperatura ambiente nei diversi locali.
La valvola termostatica non possiede infatti una scala graduata in temperatura (non potrebbe averla a causa della diversa altezza alla quale vengono installate le valvole), ma è contrassegnata solo da numeri (che vanno generalmente da 1 a 5) ai quali corrispondono temperature approssimative. Solo il termometro potrà consentire all’utente di regolare opportunamente la temperatura nei diversi locali.
Occorre infine evitare gli errori segnalati nell’articolo: “Errori frequenti nella contabilizzazione del calore” - Progetto 2000 n. 49 - DIC 2015. Per ulteriori informazioni si veda anche: “La contabilizzazione del calore” - Progetto 2000 n. 42 - GIU 2012.
Riassumendo: