Protocollo ITACA Nazionale 2019: l’aggiornamento di ottobre 2023
Con l’aggiornamento della UNI PdR:13 a seguito del Decreto CAM il protocollo ITACA evolve per accompagnare il futuro dell’edilizia sostenibile.
PROTOCOLLO ITACA: INTRODUZIONE ALLE MODIFICHE ALLA PRASSI
In questi ultimi anni il tema della sostenibilità ambientale è diventato sempre più argomento sentito sia da parte del semplice cittadino, che ha accresciuto la propria sensibilità in tal senso, sia da parte dei professionisti che operano nel settore dell’edilizia.
Per edificare in modo sostenibile, costruire secondo quelli che sono i principi base che da sempre sono stati utilizzati nel mondo delle costruzioni (come lo studio del corretto orientamento di un immobile, del corretto posizionamento dei vani al suo interno, lo studio di aperture e chiusure), non è sicuramente sufficiente. A tutto ciò bisogna sommare tutta una serie di valutazioni che tengano conto delle conquiste tecnologiche nei materiali e a livello impiantistico oltre al dover considerare che spesso la realtà ambientale in cui si opera è compromessa per scarse attenzioni a questo tema derivanti dagli anni passati.
La diretta conseguenza della complessità di queste valutazioni è la necessità di aggiornare costantemente il Protocollo e le sue richieste ai principi delle normative e dei Decreti che si occupano di sostenibilità e che “dettano” le regole del gioco per gli ambiti a cui faranno riferimento i Criteri del Protocollo.
LA NUOVA UNI PdR:13 2019 DI OTTOBRE 2023
La spinta principale per l’aggiornamento della UNI PdR:13 2019 arriva dall’aggiornamento subito nel 2022 dai CAM.
In data 23 giugno 2022 è infatti stato pubblicato l’omonimo DM sui Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici pubblici. I CAM, per loro stessa definizione, non sono altro che i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità del mercato. Le stazioni appaltanti, quando si parla di contratti pubblici, sono obbligate dal nuovo Codice dei contratti pubblici (DLgs 36/2023) ad inserirli nella documentazione progettuale e di gara.
Il Protocollo ITACA, che deve chiaramente essere anche un riferimento per le stazioni appaltanti, non poteva certamente non tenere in conto le modifiche apportate dal nuovo Decreto CAM, ed ecco spiegato il necessario aggiornamento della Uni PdR:13 2019 proprio nell’anno 2023.
A questa fondamentale motivazione si aggiungono poi altri temi di non secondaria importanza tra cui:
- Il bisogno di far rimanere viva la corrispondenza al sistema SBTool che rappresenta l’origine del Protocollo ITACA stesso;
- La necessità di razionalizzare lo strumento;
- L’attenzione a particolari temi ambientali come il cambiamento climatico e le misure per il relativo contrasto;
- Le novità normative in arrivo dalla legislazione europea, si pensi agli indicatori Level(s) e alla Tassonomia, con l’introduzione di elementi che richiamino questi aspetti.
Questo percorso ha però lasciato invariati alcuni punti cardine della norma come la struttura della prassi, la quale rimane articolata in tre sezioni:
- UNI/PdR 13.0 Sostenibilità ambientale delle costruzioni – Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità – Inquadramento generale e principi metodologici;
- UNI/PdR 13.1 Sostenibilità ambientale delle costruzioni – Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità – Edifici residenziali;
- UNI/PdR 13.2 Sostenibilità ambientale delle costruzioni – Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità – Edifici non residenziali.
e il fatto che essa si applichi per il calcolo del punteggio di prestazione di edifici Residenziali e non residenziali, di nuova costruzione o oggetto di ristrutturazioni importanti che coinvolgano non la singola unità immobiliare, ma l’intero edificio. L’applicazione del protocollo, infine, è rimasta su base volontaria a meno che essa non venga richiesta dalla stazione appaltante.
LE MODIFICHE AL PROTOCOLLO INTRODOTTE DALLA PRASSI DI OTTOBRE 2023
Il recepimento del DM 23 giugno 2022 e gli altri temi, citati nel paragrafo precedente, che hanno condotto alla modifica della prassi hanno chiaramente generato delle variazioni sostanziali al Protocollo ITACA.
Vediamole allora nel dettaglio cosa è cambiato.
Per prima cosa, la necessaria corrispondenza al sistema SBTool, ha portato alla variazione delle codifiche dei criteri e al nome di alcuni di essi, insieme a quelli di alcune categorie e aree di valutazione.
A seguire un esempio che ci mostra come sono variati codifiche e descrizioni appena citate sui criteri dell’area di valutazione A.
Stralcio tabella comparativa UNI PdR:13 2019, aggiornamento ottobre 2023 per Destinazioni Residenziali
Inoltre è stata aggiunta l’area di valutazione H Adattamento ai cambiamenti climatici non presente nella precedente versione del Protocollo. In essa sono contenuti, ciascuno nella propria specifica categoria, i criteri H.1.1 Albedo delle superfici e H.2.1 Permeabilità del suolo, corrispondenti rispettivamente ai precedenti criteri C.6.8 Effetto isola di calore e C.4.3 Permeabilità del suolo.
La razionalizzazione dello strumento, insieme all’adeguamento al Decreto CAM del 2022 portato invece all’eliminazione, all’aggiunta o alla modifica di alcuni criteri.
Diversi criteri sono stati eliminati, tra cui quelli legati alla valutazione di PMV e PPD o al riutilizzo delle strutture esistenti. In alcuni casi, come per l’ex criterio B.4.1 è nato in realtà una sorta di criterio analogo per tenere conto, in modo più concreto, di una qualche specifica necessità. Il riferimento è al criterio B.3.7, nuovo arrivato nel Protocollo ITACA Nazionale, riservato alle sole destinazioni d’uso non residenziali, il cui scopo è tenere conto di come sarà possibile adattare nel futuro l’edificio in esame, svolgendo così il ruolo del cugino di lontano grado del precedente criterio B.4.1.
Il criterio B.3.7
Infine, un elevato numero di criteri ha subito una modifica sostanziale nella logica di valutazione del tema del criterio. Un esempio su tutti è la valutazione della presenza della ventilazione. Nelle seguenti immagini si mostrano i dati di input necessari per calcolare i criteri di ventilazione nel Protocollo secondo la prassi aggiornata al 2019 e come invece sia sostanzialmente cambiato l’approccio di valutazione nel nuovo Protocollo secondo la prassi aggiornata al 2023.
La valutazione dei criteri legati alla ventilazione secondo il Protocollo ITACA 2019
La valutazione dei criteri legati alla ventilazione secondo il Protocollo ITACA 2019 secondo aggiornamento 2023
STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE DEL PROTOCOLLO ITACA NAZIONALE 2019
La valutazione di indicatori, punteggi e punteggio finale dell’edificio può essere svolta manualmente, seguendo le indicazioni delle prassi e delle normative in essa richiamate per i vari criteri, oppure affidandosi a strumenti di calcolo come EC779 – Protocollo ITACA di Edilclima.
Maschera Risultati del software EC779 – Protocollo ITACA
Il software permette di calcolare l’indicatore di prestazione ed il relativo punteggio di ogni singolo criterio del protocollo, avvalendosi eventualmente della possibilità di leggere un file elaborato con EC700 Calcolo prestazioni energetiche degli edifici per facilitarne ulteriormente la compilazione, con una notevole riduzione dei tempi di lavoro.
La pesatura finale dei punteggi dei criteri, consente di determinare automaticamente il punteggio globale del Protocollo.
I vantaggi derivanti dall’utilizzo di un software per la valutazione del Protocollo sono numerosissimi ma i principali sono sicuramente due:
- Semplicità nel calcolo dei criteri;
- Risultati e stampe generati in automatico.
All’interno del Protocollo i criteri sono molto differenti tra loro: alcuni sono puramente descrittivi, altri prevedono che vengano svolti calcoli energetici o di comfort e quindi che venga svolta una valutazione energetica di dettaglio dell’edificio, altri ancora sono criteri per i quali, sulla base di alcuni dati di Input il software deve svolgere una serie di valutazioni per la valutazione dell’indicatore di prestazione. Infine, per la maggior parte dei criteri, il passaggio di normalizzazione dall’indicatore di prestazione al punteggio, è da svolgersi mediante interpolazione lineare del risultato con i valori indicati dalla scala di prestazione.
Esempio di criterio descrittivo
Esempio di criterio con dati energetici calcolati con EC700
La maschera Risultati e le stampe, in formato .rtf, che EC779 – Protocollo ITACA elabora al termine della compilazione del file consentono al professionista di ottimizzare anche l’operazione finale di consegna della documentazione avendo subito un rapido riscontro visivo dei risultati ottenuti grazie ad una visualizzazione tabellare e a comodi grafici e infine di poter scegliere l’elaborato più adatto da esportare a seconda della tipologia di valutazione potendo scegliere tra: la stampa della singola scheda criterio, una stampa riassuntiva dei risultati ottenuti per i vari criteri e la stampa della Relazione di validazione completa.
L’insieme di questi due aspetti porta ovviamente il professionista ad ottenere una valutazione accurata riducendo notevolmente le tempistiche di calcolo e produzione della stessa.